Prima del suo primo tour mondiale nel 1955, Sant Kirpal Singh inviò questo discorso registrato in Occidente.
Il discorso è disponibile in formato mp3 (23Mb, durata 1:06:51) e anche in versione PDF da scaricare.
Qual è lo studio più importante per l’uomo?
È la teologia? Direi di no.
È la conoscenza della legge di Blackstone o di altri grandi personaggi del passato?
Anche in questo caso la risposta sarà no.
È lo studio delle opere di Shakespeare, Milton, Dickens, Burns?
No.
È l’occultismo, il buddhismo, il cristianesimo, il sikhismo
o un’altra religione che possiamo studiare?
Sono queste opere lo scopo più grande dei nostri studi?
Di nuovo direi di no.
Perché?
Cosa dicono tutte le scritture che i Maestri ci hanno lasciato?
“Uomo, conosci te stesso!”
Ecco: conoscere l’uomo, nei suoi aspetti sia esteriori che interiori,
è lo studio più importante per noi.
Lo studio più importante per l’uomo è l’uomo stesso.
— Sant Kirpal Singh
Signori e signore,
ho il grande piacere di incontrarvi e di parlarvi oggi al registratore su un tema molto importante, quello della conoscenza di sé e di Dio.
Sin dall’inizio della creazione, quando il primo barlume dell’auto risveglio albeggiò nell’uomo, la sua attenzione si è sempre di più occupata del problema della sua esistenza terrena, della ricerca della causa e della fonte di tutta la creazione. Per secoli ha indagato e si è interrogato invano, ma ora, finalmente, la sua crescente sete per la conoscenza lo conduce a studiare i risultati ottenuti dagli altri in questo campo.
Saggi antichi e moderni si sono chiesti: “Qual è la conoscenza che racchiude tutto il sapere?” e nel contempo si sono risposti: “È la conoscenza del sé superiore — il vero uomo.” Dunque, la conoscenza suprema è quella che si occupa sia in teoria che in pratica della vera natura dell’uomo e della sua relazione con Dio. È infatti una scienza naturale priva di ipotesi che non cambia nel tempo.
Nell’antica India era chiamata ‘Para Vidya’ (scienza della verità realizzata o scienza dell’aldilà) e si usarono diverse denominazioni per interpretare questa conoscenza. È stato poi introdotto il termine ‘Apra Vidya’ che indica la preparazione per la realizzazione della conoscenza del ‘Para Vidya’. Questa preparazione consiste nel seguire una vita etica e morale, e nella pratica della concentrazione o meditazione (in vari modi), presupposti indispensabili per lo sviluppo spirituale.
L’uomo cambia costantemente e introduce nuovi nomi e terminologie per descrivere questa scienza. I Maestri sono chiamati ‘Sant’, e la natura della conoscenza ‘Mat’, da cui deriva il termine ‘Sant Mat’ che è attualmente il più usato per indicare il Sentiero dei Maestri. Altri termini come Shabd Yoga, Surat Shabd Yoga, Sehaj Yoga, sono anche usati per descrivere la stessa scienza. In sanscrito il termine ‘Sant’ significa Maestro dell’Ordine più Alto, e ‘Mat’ è una constatazione confermata o una dichiarazione fatta da una persona dopo un’esperienza personale.
La base di questa scienza è quindi il risultato di uno studio critico, di un’indagine minuziosa e di verifica personale di tutta la vita e dei fatti basati sull’esperienza pratica del Sé nell’uomo. Questa esperienza del Sé è qualcosa che un Maestro competente è pronto a dare ad ogni individuo che si rivolge a Lui.
Sant Mat è quindi l’insegnamento, il metodo e il sentiero dei Santi.
I Maestri non attribuiscono alcuna importanza ai nomi, ai progetti, o al fatto che molte associazioni religiose, gruppi e circoli abbiano rivendicato questa scienza come propria e le abbiano dato il nome del loro leader o fondatore. Loro considerano questi gruppi come scuole dove l’uomo — il più nobile essere della creazione — possa studiare con altri uomini come figli dello stesso Padre Altissimo.
Un Maestro (chiamato anche Sant Satguru) ha la perfetta padronanza della teoria e della pratica, ed ha la capacità di comunicare la conoscenza e l’esperienza a tutti i cercatori sinceri della verità, senza nessuna distinzione di colore, di casta o di credo. Uomo o donna, ricco o povero, giovane o vecchio, saggio o peccatore, colto o analfabeta, colui che è in grado di afferrare la teoria della scienza ha il diritto di acquisire questa conoscenza.
L’attuale situazione delle varie fedi e credenze religiose
Il dizionario definisce ‘Mat’ come saggezza, ma il significato corrente del termine è setta o fede, un gruppo di persone che hanno in comune certe opinioni o credenze. Queste credenze e opinioni, comunque, basate su un’isolata conoscenza e insegnamento, non sono sufficienti senza il supporto dell’esperienza personale, e perciò, il cercatore è fuorviato da semplici parole vuote.
Molte società, fedi e altri circoli religiosi hanno solo un’eredità di libri, credenze e teorie da offrire a coloro che sono assetati di spiritualità. Essi nascondono le loro manchevolezze e carenze dietro il paravento di un caldo benvenuto, e di tecnica e terminologia, e l’uso libero di parole piccanti, frasi, detti e citazioni tratti da un’enorme massa di letteratura che oggi abbiamo sul mercato.
Propaganda, comportamenti e atteggiamenti hanno preso il posto della pratica della spiritualità, con il risultato che le persone ingannate hanno respinto i libri sacri e il pensiero di Dio. Così l’ateismo è in aumento.
Credere in una cosa e in un fatto senza preoccuparsi di approfondirla, non fa in nessun modo onore ad un uomo intelligente. Al contrario, questo atteggiamento riflette sfavorevolmente la sua ignoranza e credulità. Qualsiasi credenza non basata sull’esperienza personale e verificata dai fatti, ha poco valore. L’uomo moderno vuole una scienza ben definita, verificabile con l’esperienza personale e in grado di dare risultati concreti. Dovremmo perciò cercare di vedere con i nostri occhi e di sentire con le nostre orecchie anziché con gli occhi e le orecchie degli altri.
L’autoanalisi
L’uomo è fatto di corpo, mente (intelletto) e anima. Siamo molto attenti a sviluppare noi stessi fisicamente e mentalmente, ma sappiamo molto poco dell’anima, che è la Forza che regola sia il corpo che la mente. Le gioie fisiche sono effimere, ci sono limiti del corpo e della mente che non possiamo ignorare; così dobbiamo ricercare la fonte perenne di gioia e di pace dentro noi stessi. L’autoanalisi è il primo passo in questa direzione.
In questa fase molti dubbi assalgono la nostra mente. C’è una Forza Onnipotente, chiamata Dio, sostenuta, venerata e discussa dalla maggior parte delle persone.
Possiamo sapere di più di Lui? Possiamo vederLo e parlarGli?
C’è una chiara e precisa risposta a ciascuna di queste domande, ma la più convincente proviene da un Maestro che in poche parole esclama:
“Sì, possiamo vederLo e parlarGli,
se ci eleviamo come Lui ci ha detto di fare.”
I Maestri dicono: “Sì, e non dobbiamo aspettare fino alla morte, ma possiamo sperimentare questo proprio ora.” Questo è in accordo con le leggi della natura che fino ad ora non conosciamo.
Tutto ciò che ci circonda, ciò che vediamo e sentiamo, dal piccolo atomo all’universo più grande, è governato dalle leggi della natura. Per un attento pensatore, non c’è niente di caotico, casuale, o incerto nell’universo e nelle leggi che lo governano. Per perseguire qualunque obiettivo, c’è una legge della natura, un principio e un metodo che implica un controllo, una prova e una valutazione del risultato dei nostri sforzi. Questo vale anche per la scienza della natura, e qualunque studente attento può delineare gli stessi criteri in tutte le scritture religiose anche se espresse con diverse parole e in diverse lingue.
Noi desideriamo entrare nel Regno di Dio, “ma come?” ci chiediamo.
“Con l’aiuto e la guida di colui
che è già entrato e che può guidarci lì”,
è la semplice risposta dei Maestri.
“È possibile?”
“È una conoscenza che è così esatta e sicura
come due più due fa quattro”,
è ancora la loro risposta.
Non è abbastanza accontentarsi dei Libri Sacri e del cantare le lodi e gli inni. Dobbiamo impegnarci a raggiungere lo stesso grado di progresso degli autori dei discorsi documentati e della conoscenza ottenuta in questi libri.
La loro esperienza deve diventare la nostra esperienza, poiché “quello che un uomo ha fatto, anche un altro uomo lo può fare”, naturalmente con un aiuto e guida adeguati. Non dovremmo fare niente di meno di questo.
“Abbiamo a malapena una debole scintilla di amore per Lui, questo aiuterà a nutrire una speranza?”
è un’altra domanda fatta, alla quale i Santi rispondono:
“È sufficiente per accedere alla scienza
più Alta e per avvicinarsi a Lui.”
Questo è un gradito raggio di speranza. Oh, se questa piccola scintilla potesse trasformarsi in una fiamma!
Diciamo ancora: “Gesù e gli altri grandi Maestri hanno parlato così amorevolmente di Lui, ma noi siamo peccatori e non c’è molta speranza per noi in questa epoca.”
La risposta rasserenante dei Maestri è:
“Non importa se siete i peggiori peccatori,
fermatevi dove siete.
C’è speranza per tutti, anche in questa epoca cruciale.”
Secoli fa, la natura ha provveduto per noi materialmente e spiritualmente. Oggi, la stessa legge immutabile sta operando e continuerà a farlo in futuro. C’è cibo per l’affamato e acqua per l’assetato. L’inesorabile ed eterna legge della natura di domanda e offerta funziona sempre.
È solo attraverso un Maestro vivente che possiamo contattare l’Altissimo Dio dentro di noi. Nel Sant Mat non si consiglia la contemplazione di oggetti o immagini poiché ostacola lo sviluppo. Le fotografie dei Maestri sono solo per il ricordo e il riconoscimento, e dunque non dovremmo legarci a queste pratiche esteriori.
Gli insegnamenti dei Maestri (formazione dell’uomo)
Un uomo, secondo la scienza del Para Vidya, non ha diritto di essere chiamato uomo nel vero senso della parola, se non ha piena consapevolezza, sia nella teoria che nella pratica, della sua distinta posizione nella creazione, delle sue componenti corpo, mente e anima in ordine di importanza e della sua relazione con la Forza Invisibile, chiamata Dio, che deve realizzare mentre vive sulla terra.
Chi non capisce questo non ha nemmeno iniziato la prima lezione e deve ancora cominciare a studiare l’alfabeto dell’essere umano. I Santi, perciò, ci inculcano il bisogno di “sviluppare l’uomo” (“Man-making”).
Il Satsang
Si definisce Satsang (esteriore) la riunione in cui un Santo Maestro parla di fatti scientificamente osservati e tratti dalla pratica e dall’esperimento. Il Satsang costituisce la sede teorica dell’insegnamento, mentre l’effettiva dimostrazione data per sviluppare e realizzare il progresso interiore è la parte pratica, chiamata meditazione o Satsang (interiore). La pratica consapevole porta frutti in giorni o settimane e non è necessario aspettare anni per avere i risultati, anche se il progresso dipende, fino ad un certo punto, dal passato (background) di ognuno.
Un vero Maestro dà direttamente l’esperienza interiore durante la prima seduta.
Quando per mancanza di decisione o determinazione, incuranza o pressione delle circostanze si trascura la pratica, gli studiosi di molte scuole religiose insistono sempre di più solo sulla teoria. Poi comincia il declino della scienza e l’uomo non trova conforto. Questo accade di solito quando un Maestro lascia il corpo.
In ogni epoca, comunque, viene dato un adeguato rimedio per la ripresa di questa scienza, quando sia la forza positiva che negativa ricominciano i loro giri; la prima attraverso l’azione delle Anime-Maestro (Maestri perfetti), mentre la seconda lavora attraverso le persone ‘così dette maestri’ che mancano di esperienza pratica o sono persi in discussioni teoriche.
Le Anime-Maestro attraverso uomini apparentemente ordinari, sono molto di più. Proprio come è difficile per noi giudicare uno scienziato, un dottore o un ingegnere finché loro non parlano o dimostrano la loro abilità e conoscenza, così non possiamo riconoscere la conoscenza e l’autorità di un Maestro finché non abbiamo sperimentato la Forza Divina che lavora attraverso Lui.
In questa scienza non c’è segreto o mistero.
L’obiettivo è costruttivo e di beneficio per tutti e così i Santi hanno tolto la tenda del segreto che di solito nasconde gli insegnamenti mistici, per renderli disponibili a tutti coloro che sono interessati. C’è un’Invisibile Forza che lavora attraverso i Santi.
Il perché questa Forza preferisca rimanere nascosta all’occhio umano è una domanda da fare direttamente al polo umano attraverso il quale questa Forza sta lavorando. Questo è il solo mezzo per avvicinarsi a questa Forza. Se vogliamo usare l’energia elettrica dobbiamo andare all’interruttore o polo che ci metterà in contatto con la centrale elettrica.
L’Invisibile Forza può essere chiamata ‘Oceano di Amore’ (Anurag Sagar). Quando desideriamo fare un bagno nel mare, andiamo sulla riva dove incomincia l’acqua poco profonda e poi diciamo che abbiamo fatto il bagno nel mare. Allo stesso modo, per sperimentare questa Forza e averne beneficio, dobbiamo andare alla sola sorgente di contatto — un Maestro Santo.
La vita oltre la morte
I Santi dicono che la natura ha progettato l’uomo in modo che possa lasciare il suo corpo liberamente, per trascendere i più alti piani spirituali, e poi ritornare nel corpo. Essi aiutano ciascun aspirante personalmente e ognuno riceve un’esperienza pratica, per quanto piccola possa essere, durante la prima seduta nel momento dell’iniziazione.
Una persona che ha la competenza di dare a un uomo questa esperienza personale del ritirarsi o separarsi momentaneamente dal corpo, e che può in tal modo metterlo sulla via di ritorno a Dio, è un vero Maestro, un Santo o Satguru.
I capi delle diverse organizzazioni religiose dovevano regolare questo, ma possiamo giudicare oggi la loro efficienza.
L’esperienza diretta che riceviamo attraverso la gentilezza di un vero Santo, è in sé la soluzione al problema della morte.
Secondo la Bibbia,
“Se non siete nati di nuovo,
non potete entrare nel Regno del Cielo”.
Per nascere di nuovo bisogna lasciare il corpo ed entrare nell’aldilà — un passaggio dal piano fisico al piano astrale. Un giorno dobbiamo lasciare questa forma temporanea, che come un palazzo di mattoni e di malta, si deteriora nel tempo. Non c’è appello alla legge della natura contro la “sentenza di morte”.
Temiamo la morte a causa dell’agonia e della sofferenza che porta, e anche per l’incertezza riguardo all’aldilà.
Temiamo la malattia perché ci conduce vicino alla porta della morte; così fatichiamo a vivere anche se sappiamo che la nostra fine è certa.
Nessuna parola di conforto dei medici, amici, parenti o preti può portare pace e sollievo alla nostra mente nel momento in cui comincia il processo distruttivo della natura. Questo è il corso naturale delle cose e non possiamo ingannare la natura.
Qual è il rimedio?
C’è solo un modo per uscire da questo abisso di disperazione, ed è l’apprendere durante la nostra vita, il processo della natura del ritirare la corrente spirituale dal corpo mentre siamo ancora in uno stato consapevole. Questo può essere fatto con l’aiuto del Maestro, e può essere portato a termine senza alcuna sofferenza o qualsiasi problema.
Non è solo una possibilità ma è un fatto straordinario. La nostra gioia non conosce limiti quando entriamo in possesso del segreto che ha sconcertato l’uomo per secoli. Possedendo la chiave della pace, del paradiso e della vita che è descritta nelle sacre scritture diventiamo “superuomini”, perciò svegliatevi prima che sia troppo tardi per mettere in pratica questa scienza!
Se assistiamo un uomo che sta per morire, possiamo osservare che le pupille dei suoi occhi girano un poco verso l’alto e perde i sensi (in seguito possono ritornare normali), ma quando vanno troppo verso l’alto, muore. La vita fluisce passando per la radice degli occhi e si stacca dai legami del corpo fisico e dai sensi.
La conoscenza di questo processo e del metodo col quale possiamo viaggiare in questa via durante il periodo della vita, è la soluzione al problema della morte. Non sono necessari esercizi fisici; non ci sono droghe da assumere, e non fede cieca da coltivare.
Il mistero della vita e della morte è facilmente risolto con l’aiuto di un Santo Maestro, che vi darà un’esperienza del processo e vi metterà sulla strada del regno interiore. Anche quando agisce indirettamente attraverso un rappresentante autorizzato, Lui rimane ancora la Forza responsabile poiché la distanza fisica dai Maestri è irrilevante.
Cosa si ottiene attraverso questo processo?
Non può essere descritto a parole. Nel momento dell’iniziazione, l’aspirante vede la vera luce in sé, mentre normalmente l’occhio interiore è coperto da un velo spesso di oscurità. Poi comprende che la tradizione delle candele accese nelle chiese e nei templi serve a ricordargli la Divina Luce del Cielo interiore. Questa luce, mentre lui progredisce sulla via, diventa lo splendore di molti soli messi insieme.
Comprende che l’incessante suono interiore che contatta all’interno è il divino legame chiamato ‘Verbo’ da Cristo, ‘Kalma’ e ‘Nida-i-Asmani’ nel Corano, ‘Nad’ nei Veda, ‘Udgit’ nelle Upanishad, ‘Sarosha’ dai Zoroastri, e ‘Naam’ e ‘Shadb’ dai Santi e Maestri. Col tempo incontra il Maestro all’interno, Gli parla faccia a faccia, e da quel momento, sicuro della Sua grazia, guida e protezione, può andare ovunque, anche dall’altra parte del mondo.
Davanti a queste prove evidenti, è più sicuro di sé e della scienza; può essere chiamato teista(*) nel vero senso della parola e può sorridere a quelli che parlano di religione come di un paradiso di stupidi, un fantasma evocato da furbi preti, come l’oppio delle masse. Lui ha trovato un ingresso sicuro attraverso il vano della porta del cielo in questa vita, e sta per guardare sia interiormente che esteriormente, i segreti della natura.
Sta in verità “bussando alla porta del cielo o all’interno”. Parole di opposizione non possono scuotere la sua fede nella scienza poiché il Maestro lo guida. La morte diventa un processo volontario. Passato, presente e futuro si fondono in uno, e lui afferra nel palmo della mano la verità incontestabile, l’essenza dell’essere. Libero dal corpo, che ora appare come un guscio vuoto, capisce che lui è l’anima, una parte inseparabile dallo Spirito Eterno, e così si spinge verso la sua sorgente originale. Il mondo gli appare come un sogno, ma sotto le istruzioni del suo Maestro, ritorna alla vita terrena, saggio e intrepido nell’assolvere i suoi compiti.
I requisiti preliminari per un aspirante sulla via
Proprio come in qualsiasi altra scienza, sono richiesti certi requisiti preliminari prima che possano essere fatti molti progressi. La vita matrimoniale, un duro lavoro o un ambiente povero non sono un ostacolo. Non conta a vostro favore una buona posizione o il possedere un’immensa ricchezza. Nemmeno l’appartenenza ad una particolare fede serve da raccomandazione. Ovunque possa essere, un uomo deve impegnarsi per raggiungere la nobiltà di carattere, l’autocontrollo e la purezza del cuore.
La purezza del cuore nel pensiero, nella parola e nell’azione è fondamentale.
“Beati i puri di cuore perché vedranno Dio.”
Una vita etica è un passo verso la spiritualità, ma la spiritualità, comunque, non è solo un modo di vivere etico. Questo lo dobbiamo sempre tenere in mente.
Possiamo dividere la vita dell’uomo in (i) alimentazione, e (ii) rapporto con gli altri. Per quanto riguarda l’alimentazione, è essenziale essere vegetariani e astemi. “Non uccidere” e “Vivi e lascia vivere” dovrebbero essere i nostri principi di vita.
Il corpo è il tempio di Dio ed è un posto sacro. Non dobbiamo trascurarlo o abusarne, ma dovremmo fare il possibile per mantenerlo bene. Dovremmo evitare tutte le droghe poiché ci indeboliscono e rendono instabile la consapevolezza. Per quanto riguarda i nostri rapporti con gli altri, dovremmo seminare il seme della gentilezza per mieterne i frutti. C’è bisogno di tanto amore e umiltà.
“Fate agli altri quello che vorreste fosse fatto a voi.”
“Amate, e riceverete ogni benedizione.”
“Amate i vostri nemici e fate loro del bene anche se perfidamente vi usano.”
Dio è immanente in ogni forma e chiunque ama Dio, deve amare la creazione di Dio. Amare Dio è amare l’umanità intera. Dovremmo guadagnarci da vivere col sudore della nostra fronte e condividere con gli altri. Questi non sono vuoti proverbi, ma consigli molto saggi.
Il Karma (azione e reazione)
Ogni pensiero, ogni parola e ogni azione deve essere tenuta in considerazione e compensata in natura. Ogni causa ha un effetto e ogni azione provoca una reazione. Sradicate la causa e l’effetto sparisce. Questo è stato fatto dai Maestri che hanno trasceso queste leggi, ma tutti gli altri sono vincolati dalle catene del karma, che è la causa fondamentale dell’esistenza fisica e il geniale dispositivo della natura per mantenere questa esistenza.
La legge del karma fa si che noi paghiamo occhio per occhio, e dente per dente, in forma di gioia o sofferenza. È la frusta che ci sprona nelle mani nascoste della natura. La mente crea Karma, riveste l’anima con una copertura e domina il corpo attraverso i sensi. Benché sia l’anima a dare forza alla mente, quest’ultima è diventata invece la sovrana e governa l’anima.
Il controllo della mente, perciò, è il primo passo verso la spiritualità. La vittoria sulla mente è la vittoria sul mondo. Persino esperti yogi e mistici che sono in grado di trascendere le alte sfere spirituali non sono indenni dalla mano del karma.
I Santi classificano il karma in tre gruppi distinti:
-
Sanchit (immagazzinato): azioni positive o negative avvalorate sul nostro conto, acquisite attraverso tutti i corpi precedenti dell’ordine della creazione, contando dal giorno della prima comparsa di vita sulla terra. Peccato! L’uomo non sa niente di questi e della loro dimensione.
-
Pralabdha (sorte o destino): la cui conseguenza o effetto ha portato l’uomo nel suo corpo attuale e deve essere liquidato in questa vita. Le reazioni di questi karma ci arrivano inaspettatamente e impreviste e non abbiamo il controllo su di esse. Buono o cattivo, dobbiamo tollerare e farci carico di questo karma ridendo o piangendo, come meglio riusciamo.
-
Kriyaman (conto delle nostre azioni e reazioni nel corpo attuale): questo è distinto dai due gruppi sopra menzionati, dato che qui l’uomo è libero di fare esattamente come vuole, entro certi limiti. Deliberatamente o inconsapevolmente le azioni commesse e che avvengono sotto questa definizione, producono frutti. La conseguenza di alcune di queste la raccogliamo prima di morire e il residuo è trasferito nel Sanchit, nel magazzino.
Il karma è la causa delle rinascite, e ogni nascita è seguita a sua volta dalla morte. In tal modo continua il ciclo di gioia e di sofferenza che accompagna la nascita e la morte.
“Come pensate, così diventate” è una legge irrevocabile della natura, a causa della quale questo universo esiste. Finché c’è la minima traccia di karma, nessuna perfezione o genialità può liberare un uomo.
Non è giustificata l’ignoranza della legge, e sebbene, in particolari circostanze, ci possa essere qualche concessione o agevolazione delle leggi fatte dall’uomo, nelle leggi della natura non c’è giustificazione. La preghiera, la confessione e l’espiazione possono dare un momentaneo sollievo mentale, ma non possono sopraffare il karma. Tutti i karma devono essere cancellati completamente prima che si possa ottenere la salvezza eterna.
Turbato da questi fatti, l’uomo cerca conforto in profonde dottrine religiose, o quando viene a sapere che sia le azioni positive che quelle negative sono: le prime, catene d’oro e le altre di ferro, ricorre alla rinuncia. Diverse fedi promettono sollievo ma presto egli scopre che questo è solo temporaneo.
Come affronta un Maestro questo problema?
Nel momento dell’Iniziazione il Maestro inizia il processo del condurre a termine tutti i karma dell’iniziato. Lui gli dà un contatto con la corrente del suono, con l’esercizio del quale il conto del Sanchit viene bruciato. Il processo è paragonabile al mettere una manciata di semi in una pentola e porli sul fuoco, questo fa si che si gonfino e perda no la loro proprietà di crescere ancora.
Poi si affronta il conto del Kriyaman. Dopo aver messo in guardia i suoi discepoli nel non aprire un nuovo conto di azioni negative, il Maestro concede una generale clemenza verso le azioni del passato, parte delle quali il discepolo ha già saldato in questa vita fino al momento dell’Iniziazione. È tenuto a condurre una vita pulita ed a eliminare tutte le sue imperfezioni con l’auto-introspezione quotidiana.
Il Pralabdha karma non è toccato dai Santi poiché questo è la causa del corpo fisico, che svanirebbe in conseguenza dell’interferenza con le leggi della natura. Perciò rimane ora una piccola quantità di karma da sopportare in questo corpo fisico per gli anni che rimangono della vita del discepolo, ma anche questa è mitigata dalla grazia del Maestro.
La legge della grazia fa miracoli e i devoti, che per amorevole dedizione, ripongono tutte le loro speranze nel Maestro, passano indenni dagli effetti pungenti delle reazioni dei karma del passato. Nei momenti di infelicità, di preoccupazione e di problemi, il Maestro è il nostro rifugio. Lui agisce a distanza non percepito. Proprio come una madre di un bambino malato che tiene il figlio saldamente in braccio durante l’operazione in modo che non senta alcun dolore, così anche il Maestro ci abbraccia amorevolmente.
Per la loro abbondanza di comprensione, amore e gentilezza, i Santi a volte prendono sulle loro spalle alcune sofferenze karmiche dei loro discepoli attraverso la legge della compassione. Non c’è un tribunale per processare dopo la morte un discepolo devoto. Il Maestro è tutto per lui.
Perché un Santo prende tutto questo su di Sé?
Perché Lui eredita la Sua natura compassionevole da Dio, che Lo incarica di distribuire personalmente questo tesoro di misericordia. Perciò il Maestro è onorato come Dio. Sant Mat ha volumi di libri pieni di lodi dei Maestri, e se altrettanti libri venissero scritti, a malapena renderebbero giustizia alla grandezza del loro amore e benevolenza.
Il tempo getta la sua ombra pesante sull’uomo che deve lavorare duramente per ottenere la pace nel tempo che cambia. È così profondamente assorbito dai suoi bisogni e desideri esteriori che dimentica tutto ciò che riguarda l’appagamento, la compassione e l’amore. Invischiato e circondato dai ‘cinque nemici’ — lussuria, rabbia, avidità, attaccamento e vanità — incespica e invoca l’aiuto dell’Invisibile.
La clemenza del cielo è esortata e mentre i tempi si fanno più difficili, l’Altissimo estende il Suo aiuto attraverso Maestri sempre più prodighi. Così accade in questa Kali Yuga — l’Età del Ferro.
È veramente difficile credere che qualcuno possa essere al di sopra delle cinque passioni prima menzionate, e che possa entrare nel Regno del Cielo durante il periodo della sua vita. Tutto il genere umano è sotto il controllo di questi cinque e solo un Maestro può salvare un uomo dalle loro grinfie. Tutti noi esigiamo una prova attendibile prima di impegnarci, e questa è data da un Maestro in forma di esperienza dell’impulso della vita, o Naam (la Parola) e qualche visione interiore.
Il contatto con un Maestro è essenziale. Quelli che si tengono in disparte e che contano su loro stessi o contano sulle tradizioni e sui preti — altrettanto ignoranti — sono privati del contatto con questa Forza, e come si dice:
“Quando un cieco guida un altro cieco, entrambi cadono nel fosso.”
L’indifferenza, la non approvazione, l’incredulità non saranno un vantaggio per noi quando la natura fa osservare il suo ordine universale di morte. La nostra situazione sarà come quella di un piccione, che vedendo un gatto avvicinarsi chiude gli occhi e crede che il gatto non possa molestarlo, ma in pochi secondi, il povero uccello è nelle potenti fauci del gatto. È troppo tardi poi per pensare di fuggire. Quindi state all’erta mentre c’è ancora tempo!
La spiritualità
Forse non sarà fuori luogo spiegare qui il significato del termine ‘spiritualità’, che spesso è confuso con la cieca fede nei libri sacri, con la manifestazione di miracoli, con un fenomeno psichico o con le forze yogiche.
La spiritualità è un’esperienza interiore e il suo alfabeto comincia dove tutta la filosofia e gli esercizi dello yoga finiscono. È l’esperienza dell’anima. Quando si dice: “Io sono il corpo”, è un’affermazione basata sull’intelletto ed è definita ignoranza. Quando si dice: “Io non sono il corpo, sono un’anima risvegliata”, si è imparato solo la conoscenza o la teoria; si definisce spiritualità, quando si riceve un’effettiva esperienza dell’anima attraverso l’autoanalisi e si contatta il Sé Superiore.
La prima esperienza pratica comincia quando c’è un completo ritiro dal corpo fisico attraverso la benevolenza di un Maestro pratico. Non si può ritirare e separare sé stessi dal corpo fisico senza aiuto. Se qualcuno afferma diversamente e pensa di poterlo fare, inganna sé stesso. Tutti i tentativi falliranno senza l’assistenza di un Maestro, il solo qualificato a trasmettere questa esperienza.
I Maestri vengono per distribuire questo tesoro spirituale benedicendo i cercatori della verità. La Spiritualità non può essere comprata o insegnata, ma può essere ottenuta attraverso il contatto con persone spirituali. Inoltre, i regali della natura, come l’aria, l’acqua, la luce ecc., sono gratuiti.
Anche la spiritualità è un dono della natura ed è data gratuitamente dai Maestri. Allo stesso modo, la spiritualità non può essere acquisita dai libri, ed è un fatto sostenuto da tutte le sacre scritture.
I libri sono un prezioso documento dell’esperienza interiore spirituale di altri; riempiono uno spazio vuoto nella storia e contengono i messaggi dei Maestri del passato, che ci aiutano a confermare i fatti rivelati da un Maestro vivente, rafforzando così la nostra fede nella scienza.
L’uomo è confuso dalle diverse traduzioni, interpretazioni ed esposizioni, ognuna diversa dall’altra, che invece di alleggerire la sua mente, tendono piuttosto a sconcertarlo e confonderlo. Il suo egoismo ha creato centinaia di circoli religiosi il cui scopo è l’indifferenza e una limitata ortodossia invece dell’amore e l’isolamento invece dell’integrazione.
Combattuto tra emozioni contraddittorie, gli uomini sviluppano odio e pensano alla guerra.
Per comprendere la scienza dei Maestri partecipiamo al Satsang, dove la maggior parte dei dubbi viene chiarita; le dirette risposte del Maestro aiuteranno a rimuovere i dubbi rimasti.
Tutte le domande ricevono la stessa considerazione, senza alcuna controversia. Ricco o povero, alto o basso, tutti ricevono uguale attenzione come un dottore che si occupa del malato.
Un vero Maestro esamina il buono e il cattivo dell’uomo chiaramente come se osservasse il contenuto di un vasetto di vetro, ma non rivela niente. Sedendo davanti a Lui, anche quelli che non comprendono la Sua lingua traggono beneficio, proprio come entrando in una profumeria si gode della dolce fragranza dei profumi. Il Maestro riempie di benedizioni con il Suo sguardo, e chi è devoto le afferra. I Suoi occhi sono un meraviglioso spray di amore.
Il criterio per valutare un vero Maestro
Non giudicate un Maestro dalla sua apparenza esteriore o discendenza, se è ricco o povero, dal luogo di origine, da come parla e mangia, dalla posizione che tiene, dal numero dei libri che ha scritto, o da quello che le persone dicono di lui.
Prima ricevete l’esperienza interiore che promette e poi valutate da questo elevato punto di vista. L’esperienza personale del sé è il criterio per valutare un vero Maestro. Qualsiasi persona vivente che vede le cose da un livello spirituale — l’uomo e i suoi ostacoli, difficoltà e debolezze — e che ha studiato i problemi riguardanti l’umanità, può fornire la soluzione, ed è in grado di correggere e guidare l’uomo visibilmente e invisibilmente, moralmente e spiritualmente, sia nella teoria che nella pratica.
Solo una persona così è adatta ad assumere la responsabile posizione di un Maestro. Benedetti coloro che, nel sentire la notizia che un Maestro così esiste ed è vicino, provano un’emozionante sentimento di felicità e desiderio nei loro cuori.
La spiritualità è la scienza più semplice e più facile delle altre scienze.
L’uomo non deve esercitarsi che nel plasmare sé stesso eticamente e moralmente raggiungere il culmine d’amore, sincerità e umiltà che produrranno in lui il necessario stato di ricettività. Tutte le altre cose sono nelle mani del Maestro.
Inoltre, un movimento, per quanto spirituale possa sembrare all’apparenza, non dovrebbe essere valutato dal numero dei seguaci che ha. Un buon oratore può attirare un pubblico ovunque, ma nel suo discorso può anche non dire qualcosa di convincente.
La spiritualità non è una proprietà esclusiva di una famiglia o di un luogo, ma è come un fiore profumato che cresce ovunque abbia stabilito la natura, intorno al quale le api si radunano da tutte le parti per sorseggiare il suo nettare.
I Maestri non rincorrono la gloria per sé stessi, anche se certamente meritano questa gloria. Anche nei discorsi comuni, diranno:
“Oh, è tutta la gloria del mio Maestro. Non sono io che agisco.
Il mio Maestro è degno dell’elogio e di tutto il merito.”
Questa umiltà li colloca lontano e al di sopra del basso egoismo che si trova in questo mondo.
I Maestri sono venuti in tutte le epoche per offrire all’uomo questa scienza naturale. Solo chi è scontento di questo mondo, si precipita da loro, e chi ha cari i legami mondani, i piaceri e la lussuria, gira loro le spalle.
Quelli che nel cuore non hanno nobili sentimenti, non solo mettono tutti gli ostacoli possibili sulla via dei Santi, ma li sottopongono a diversi tipi di torture, come mostrerà lo studio della vita di Gesù, di Guru Nanak, Kabir e altri.
I Maestri sono venuti nel passato, esistono oggi e continueranno a venire in futuro per il benessere spirituale dell’uomo.
Il supporre e accettare che la spiritualità sia una prerogativa esclusiva di una religione dopo la venuta del Maestro basata sul suo insegnamento, e che i libri sacri siano la sola guida, mostra la sconsideratezza dell’uomo.
Come possiamo distinguere un vero Maestro da uno falso?
In realtà non c’è un esame provante o una formula magica all’infuori del fatto dell’esperienza personale per discriminare il bene dal male, il vero dal falso e la realtà dall’illusione.
Anche al tempo dell’Imperatore Janak (il padre di Sita Ramayana) che era pronto a pagare una grande somma per la conoscenza teorica di questa scienza, solo uno, Yagyavalkya, tra tutti i Rishi, gli Yogi e i Muni dell’India, fu in grado di farlo e vinse il premio. Yagyavalkya però, ebbe il coraggio di ammettere: “Gargi(1), io conosco solo la teoria, ma non ho di essa l’esperienza personale.”
In una seconda occasione, l’Imperatore Janak dichiarò che voleva, in una certa data, un’esperienza pratica di questa scienza, e velocemente, senza superare il tempo che si impiega per salire su un cavallo e mettere entrambi i piedi nelle staffe. Furono invitati grandi Yogi e Rishi di ogni parte dell’India, ma al momento dell’appuntamento solo una persona si fece avanti per accettare la sfida. Questi era un gobbo di nome Ashtavakra, che aveva otto gobbe sul corpo. Il pubblico, prendendolo per pazzo, rise forte al suo apparire. Ashtavakra disse: “Come puoi aspettarti di ricevere un’esperienza spirituale dalle ‘teste dure’ che hai intorno, che hanno occhi solo per la pelle del corpo ma non possono vedere all’interno?” L’esperienza venne data all’Imperatore come previsto nel tempo stabilito.
Il punto della questione è che, in quel tempo in cui la spiritualità prosperava, si fece avanti per accettare la sfida solo una persona. In questi tempi moderni, in cui il materialismo è in aumento, i Maestri competenti non spuntano come funghi.
Quindi, per non lasciarci fuorviare, dobbiamo continuare a cercare, senza tener conto di false divulgazioni, della testimonianza di altri, di una cieca fede, della promessa di una felicità futura, della nostra opinione sulla posizione, sulla ricchezza e sul piacere. Quando vengono tali personalità hanno la competenza di dare la vita a milioni di persone che vanno da loro. Sono figli della luce e danno la luce a tutta l’umanità.
La cieca fede è uno dei principali ostacoli da superare. Quello che semplicemente ascoltiamo, leggiamo o seguiamo senza indagare quanto e dove questo ci condurrà, è cieca fede. Se siamo imprudenti e dimentichiamo il fine mentre seguiamo il significato, e non vediamo se è vicino o meno al fine, è ancora cieca fede.
Quando andiamo da un Maestro e ascoltiamo attentamente le sue spiegazioni sull’ottenere la Conoscenza del Sé attraverso l’autoanalisi, debitamente supportate da una o più citazioni dai preziosi detti dei diversi Santi, siamo intellettualmente convinti di percorrere il sentiero come una misura sperimentale e agiamo secondo cosa il Maestro dice con fede.
Questo è il primo passo fondamentale per imparare la realtà. Quando abbiamo l’esperienza diretta, a qualunque livello ci troviamo, siamo convinti e progrediamo di giorno in giorno. Oggi l’uomo ascolta i discorsi, le conferenze e le prediche, accetta e crede a questi tutta la vita e da per scontato di essere stato messo saldamente sulla via della salvezza. Quando comunque arriva la morte con tutte le sue sofferenze, il dolore della separazione e la paura dell’ignoto, si rende conto dei suoi errori. L’abitudine all’attaccamento al corpo durante la vita occupa tutti i suoi pensieri, mentre amici, dottori, parenti e preti restano impotenti e disperati.
È qui che la scienza del Para Vidya è di grande aiuto per noi. Il ritirarsi dell’anima dal corpo è ampiamente sperimentato e il Maestro si presenta per riceverla e guidarla nell’aldilà. La morte per una persona così è uno degli eventi più felici, e come nel matrimonio, è l’unione con l’Amato. Ha già visitato e ha convinto sé stesso della superiorità delle regioni più alte e attraversa il territorio senza paura.
Il mio Maestro, Hazur Baba Sawan Singh Ji, quando rimarcava il bisogno degli esercizi spirituali ai Suoi discepoli, di solito diceva loro: “Andate a vedere un discepolo che sta per morire per convincervi.”
I Santi credono nella salvezza durante la vita e non nella salvezza dopo la morte. Questa è una semplice e facile scienza, e il discepolo non dovrebbe mai fermarsi soddisfatto alla sua iniziazione senza l’esperienza spirituale. Dovrebbe poi dedicarsi regolarmente agli esercizi spirituali e il Maestro deve essere regolarmente informato del suo progresso. Dovrebbe cercare costantemente la guida del Maestro personalmente o attraverso le lettere, senza considerazioni fuori luogo. Il Maestro sa per intuizione quanto sia dura la situazione per il discepolo e può eliminare la maggior parte delle sue difficoltà aiutandolo a cambiare punto di vista, ma desidera che qualsiasi problema venga portato a Sua conoscenza per iscritto.(2)
L’antico sentiero del Surat Shabd Yoga o Para Vidya, può essere seguito da uomini, donne e bambini di ogni età senza nessuna difficoltà, non come in altre vie che implicano esercizi complicati e faticosi, e controllano il respiro. Queste, al massimo, conducono ad un piccolo controllo di sé e a qualche forza insignificante. Questi ultimi metodi richiedono anche un fisico forte e una dieta ricca. Per questo vengono considerati dai Maestri come inadeguati per questa epoca e pericolosi per il corpo a causa delle complicazioni fisiche.
La scienza
Nel corpo fisico lavorano due energie principali che controllano la vita: una un motore di energia (respirazione o prana), e l’altra un sensore di energia, che può anche essere chiamato ‘attenzione’ o ‘surat’. I Maestri ignorano il primo in modo che il respiro non sia intralciato e il processo della vita continui. I sensori di energia si ramificano attraverso tutto il corpo, ma il centro principale si trova tra e dietro le due sopracciglia, con la mente. Noi dobbiamo ritirare il sensore di energia o lo spirito al suo centro.
In the physical body, two main currents are working that control life, one a motor current (breathing or prana), and the other a sensory current, which may also be called ‘attention’ or ‘surat’. The Masters ignore the former so that the breathing is not interfered with and the life process goes on. The sensory current ramifies throughout the entire body, but its main centre lies between and behind the two eyebrows, along with the mind. We have to withdraw the sensory current or the Spirit to Its centre.
L’Iniziazione
La mente non permetterà all’uomo di avere la conoscenza dell’anima. La sua natura è di cercare il piacere e le sue continue oscillazioni sono difficili da controllare. Sintonizzarsi con la corrente del suono è il modo migliore per calmare la mente ed esercitare la concentrazione. Non importa a quale scuola di pensiero o a quale società un uomo appartenga. Non deve convertirsi e può rimanere dov’è. Non ci sono regole dure e fisse, non riti, non cerimonie, non fasto o spettacolo, non offerte di doni, nemmeno di fiori. Tutto quello che un discepolo deve fare è di entrare all’interno e da quel momento considerare il corpo come il suo laboratorio. Riguardo alla teoria, deve capire quanto segue, che è in poche parole, l’essenza di ciò che sentirà nel Satsang:
- Il Maestro non è il corpo, Lui è la Forza che funziona attraverso il corpo e lo usa per insegnare e guidare l’uomo più o meno come uno spirito usa un medium. Solo nella forma fisica il discepolo sarà in grado di riconoscere il suo Maestro nelle regioni più alte e qui sulla terra.
- Il Maestro è lo ‘Shabd’, il ‘Verbo’, il ‘Naad’; tutti questi termini si riferiscono a Dio in Espressione, Forza di luce e principio del suono. Avendo il contatto con questa Forza, l’uomo è ricondotto alla sua vera casa.
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Per amore di quelli che sono disillusi nei confronti della vita, e per chi ha un desiderio struggente di felicità duratura e pace al di fuori del mondo e delle sue preoccupazioni, il Verbo assume un corpo per fornire loro conforto.
Cristo ha detto: “Il Verbo si è fatto carne e dimora tra noi.”
Quando un discepolo contatta questo Verbo (che è dato al momento dell’Iniziazione dal Maestro), l’udibile forma di questo Verbo risiede al suo interno in ogni momento del giorno e della notte e non lo lascia mai, e anche dopo la fine dell’esistenza fisica dell’uomo sulla terra, andrà con lui e starà con lui fino a quando raggiungerà l’obiettivo finale.
Il Verbo è anche conosciuto come la voce di Dio o l’energia del suono ed è l’impulso di vita dato dal Maestro al momento dell’Iniziazione. Può essere udito come un suono che proviene da lontano e gradualmente si manifesta in una tale dolcezza che la musica sulla terra non può superare. È l’Acqua della Vita, la Sorgente dell’Immortalità, l’Elisir della Vita, il Nettare della Spiritualità, di cui si è parlato nei Libri Sacri. - L’uomo ha un occhio interiore con il quale può lui stesso vedere all’interno tutte le regioni più alte, quando il velo è sollevato da un Maestro competente in vita. In questa condizione, rimane perfettamente consapevole e vive una stupefacente esperienza. L’ascendere alle più alte regioni senza un Maestro competente è pieno di pericoli.
Il Simran
La ripetizione dei Nomi Santi è data al discepolo nel momento dell’Iniziazione per premunirsi da tutti i pericoli. Agisce anche come un lascia passare per tutti i piani spirituali, dà forza e sostegno al corpo e alla mente durante i problemi e la sofferenza, avvicina l’anima al Maestro, gioca un ruolo importante nell’ottenere la concentrazione e trasmette molte altre forze. Il Simran insegnato dai ‘cosiddetti maestri’ è semplicemente un numero di parole. Ma queste parole (Simran) diventano energetiche quando sono caricate dall’attenzione e dalla grazia di un vero Maestro.
L’Iniziazione comincia con la spiegazione e la descrizione delle regioni spirituali interiori e il modo in cui il sentiero deve essere seguito. L’apertura della visione interiore per vedere le regioni interiori, con le loro distinte luci celestiali, insieme al contatto con il divino legame del principio del suono, costituiscono l’aspetto pratico dell’Iniziazione.
Questo esercizio quotidiano unito al Simran, è la meditazione. In aggiunta a questo, il Maestro da istruzioni sul vivere puro e semplice, sul bisogno di dedicare tempo regolare agli esercizi, e altri buoni consigli. Tutta la cerimonia dura due o tre ore. Deve essere tenuto il diario del progresso spirituale e gli errori dei vecchi e nuovi discepoli sono corretti di volta in volta per assicurare il progresso.
I miracoli
I Santi Maestri non mostrano mai al discepolo miracoli all’infuori di casi rari dovuti a circostanze speciali. I miracoli sono in conformità alle leggi della natura, tuttavia sono ragnatele terribilmente intralcianti e dannose per i più alti ideali dell’uomo nel suo avvicinarsi all’Altissimo. È un argomento che un uomo comune non dovrebbe preoccuparsi di studiare, per il semplice fatto che questo richiede un immenso autocontrollo e allenamento della mente, con limitazioni che non sarebbe in grado di tollerare o perseguire.
Le forze miracolose raggiunte dopo un periodo molto lungo hanno giocato un ruolo nel fare sia il bene che il male e poiché sono utilizzate più per fare il male che qualcosa d’altro, sono state definite da tutte le persone veramente spirituali, come una malattia.
I Maestri sono in possesso della Forza Suprema, ma la loro missione è sacra. Un discepolo la cui visione interiore è stata aperta, vede miracoli ad ogni passo. Esitare a credere in un Maestro senza vedere miracoli è ridicolo come il nostro rifiuto di credere che una certa persona sia milionaria fin quando non ci mostra i suoi soldi. Può avere tutto il suo denaro in banca e spenderlo nel modo che sceglie, senza preoccuparsi del pubblico applauso o approvazione. Tra le migliaia di spettatori che guardano un mago eseguire i suoi trucchi, solo un numero molto ridotto potrebbe essere persuaso a imparare l’arte. Non sono veri cercatori coloro che cercano di vedere i miracoli.
In generale
Oggi, si chiede a gran voce una miglior comprensione, la pace, la libertà dal conflitto. Questa Scienza dell’autoanalisi che rivela la fratellanza dell’uomo e la paternità di Dio, è il rimedio che può ricostruire una cultura sana e diffondere armonia tra gli uomini.
Colui che sostiene di amare l’invisibile Dio ma non rispetta o ama l’uomo, il suo visibile compagno, è perso veramente. Amare, venerare e sentirsi grato all’uomo nostro compagno è amare e venerare Dio. Così anche l’amore per il Maestro visibile, il nostro più stretto legame con Dio, è in realtà amore per il Padre Supremo.
Dovremmo perciò cercare di misurare la profondità della clemenza di Dio attraverso un Maestro Santo che è la rappresentazione visibile di Dio. Il Suo fine è la spiritualità e non l’idolatria. L’atmosfera in cui un vero Maestro si muove è carica di energia di pace e di amore che agisce su coloro che entrano in contatto con Lui. Anche le lettere scritte da Lui o per conto Suo portano l’energia di estasi che influenza la parte più profonda del cuore.
“Il Guru precede Dio.”
Hazur Baba Sawan Singh Ji Maharaj (1858–1948) è stato una persona così, e rimase con i Suoi discepoli per molti anni ed ora, anche dopo che ha lasciato il corpo, sorveglia ancora i Suoi amati e anche quelli che Lo hanno contattato una sola volta con amore e sincerità nel cuore. L’amore non conosce legge e Lui (Baba Sawan Singh) appare ancora nella Sua forma radiante, anche nei piani spirituali più bassi, per amor loro. Non uno, ma a centinaia possono testimoniare ciò che le persone ignoranti chiamerebbero un’illusione.
Nel piano fisico, sta ancora riversando nel Ruhani Satsang(3), Sawan Ashram le Sue benedizioni attraverso il Suo portavoce, il quale a sua volta guida gli uomini nelle questioni spirituali. Quando una lampadina è bruciata è sostituita da un’altra.
La stessa Forza lavora e la stessa Luce brilla ora dalla nuova lampadina. Tutti coloro che si avvicinano al Maestro ricevono un’esperienza positiva e chiunque desideri approfittare di questa preziosa opportunità deve solo contattare il Maestro e il suo desiderio sarà esaudito, il suo cuore traboccherà di felicità, e le sue spalle stanche saranno alleggerite dal peso delle preoccupazioni e dei problemi.
Human birth is the highest rung in all creation.
It is really a rare blessing which you have got.
This has been given to you for attaining
divine realisation and spiritual perfection.
It is a supreme opportunity for striving and
obtaining a sublime experience of All-Consciousness.
To attain this goal purify your nature
by living a good life.
Manifest truth, purity, love, selflessness
and righteousness in your life and activity.
— Sant Kirpal Singh
Note:
(*) Teista: seguace o assertore del teismo, dottrina filosofica la cui caratteristica fondamentale consiste nell’affermazione della realtà del Divino. Inteso per lo più come persona trascendente.
(1) Gargi era un filosofo donna alla corte di re Janak con la quale Yagyavalkya dialogava su questi argomenti.
(2) In una circolare del 6 luglio 1973 Sant Kirpal Singh ha spiegato la necessità e il significato del tenere il diario ed ha annunciato nello stesso momento di non farli inviare più direttamente a Lui.
(3) Ruhani Satsang era l’organizzazione fondata da Sant Kirpal Singh su richiesta del Suo Maestro Baba Sawan Singh. La sua sede era nel Sawan Ashram a Delhi dove Sant Kirpal Singh ha vissuto e lavorato.