Programma nel Punjab, Ottobre 1973

Capitolo dal libro “Per sempre con il Maestro, vol. 1” del Dott. Harbhajan Singh

Dopo l’anniversario di Hazur Baba Sawan Singh Ji, tutti i capi gruppo del Punjab si rivolsero insistentemente al Maestro perché si recasse nel Punjab. Dissi: “Maestro non voglio organizzarti un programma per il Punjab perché data la stagione estiva, la Tua salute non Ti permette di viaggiare molto. Le persone sono venute dall’Ovest per vedere la Tua grandezza, quindi, la nostra gente che problemi ha per spostarsi dal Punjab e venire a Delhi?” Alcuni fratelli dissero che il Maestro era il Verbo personificato e che poteva accadergli niente. Alla fine il Maestro disse:

“Posso vivere con voi qualche tempo in più
a patto che mi usiate nel modo giusto.”

Il Sangat di Chandigarh insistette: “Essendo Chandigarh un luogo centrale, il Maestro deve andare a Chandigarh, e tutti i fratelli e sorelle dovrebbero recarsi lì.” Il Sangat di Ludhiana insistette: “È Ludhiana il luogo centrale non Chandigarh.” Allora il Maestro rispose: “Bene, raccogliete le firme in tutti i Centri. Starò nel Centro che avrà il maggior numero di firme.” Il Centro di Ludhiana raccolse il maggior numero di firme. Ram Singh da Ludhiana è venuto ad Amritsar per ottenere la mia firma.
Anch’io firmai, ma scrissi sotto: “Maestro, noi dobbiamo sempre inchinarci alla Tua volontà.”

Essendo una città di confine, Amritsar in passato era sempre l’ultima tappa. Ma quando Ram Singh presentò al Maestro il risultato delle firme, il Maestro gli disse: “Adesso devo pensare come fare il programma nel Punjab.” Più tardi il Maestro disse: “Questa volta andrò direttamente ad Amritsar e da lì procederò verso gli altri centri.”

Il 12 ottobre 1973 il Maestro arrivò ad Amritsar e vi rimase fino alla mattina del 15. Al suo arrivo mi domandò se la lista dei Sevadar fosse pronta. Risposi: “No Maestro, non è pronta.” Chiese: “Come mai?” Risposi: “Maestro, i Sevadar cambiano sempre, loro non si presentano al momento giusto.” Il Maestro chiese inoltre: “È pronta la lista del management?” Risposi: “Sì, Maestro, è pronta, ma non tutti sono responsabili. Il dovere senza la responsabilità è solo una beffa.” Il Maestro mi disse: “Allora, quando ti occuperai di queste questioni, ora o più tardi? Bada che il Centro di Amritsar diventerà in futuro il Centro principale.” Poi il Maestro andò in camera per riposarsi. Il 13 ottobre il Maestro si recò in auto nella periferia della città e visitò alcuni luoghi. Ispezionò un terreno di circa 25 campi e un altro posto che era vicino alla città.

( Nota: l’intenzione era di acquistare questo posto per la Missione del Maestro e un discepolo iniziò le trattative. Più tardi si venne a sapere che c’erano delle controversie a proposito di quel posto e che la nostra persona incaricata voleva trarne profitto, così ilMaestro disse: “Non acquisteremo mai un simile terreno.” Ora quel posto è diventato un luogo di cremazione. )

Durante la Sua malattia il Maestro aveva detto: “Apriremo una clinica occulistica dove potremo operare l’occhio esterno e quello interno.”

La mattina del 14 ottobre 1973 andai dal Maestro e gli chiesi informazioni per la posa della prima pietra della clinica nel mio villaggio Nag Kalan. Mi disse:

“Dottore, verrò a casa tua a cinque condizioni.”

Gli domandai quali fossero queste condizioni. Il Maestro disse:

Primo, l’ospedale, per il quale devo posare la prima pietra, Mi appartiene.
Secondo, la casa che deve essere inaugurata mi appartiene pure.
Terzo, il campo coltivato mi appartiene pure.
Quarto, il denaro che hai e che guadagnerai pure mi appartiene.
Quinto, anche i tuoi figli d’ora in poi appartengono a me.”

Dissi: “Maestro, allora mi lasci solo?” Sorridendo il Maestro rispose: “Anche tu appartieni a me.” Dissi: “Maestro, hai già detto che devo liberarmi affinché tu mi possa usare nella Missione, dunque, sono felice.”

Il dottor Harbhajan Singh con Sant Kirpal Singh, 1973

Il Maestro andò a Nag Kalan, accompagnato da un gruppo di fratelli e sorelle dell’Ovest. Prima di posare la prima pietra guardò per prima cosa Sé stesso, poi la terra, poi il cielo. Alcuni dei fratelli e sorelle dell’Ovest chiesero il significato di questo gesto e il Maestro rispose:

“Poso la prima pietra per il futuro Manav Kendra.”

Più tardi chiesi al Maestro del perché avesse detto così. Egli ripose:

Primo, ho guardato me stesso per vedere se sarò capace di svilupparlo.
Secondo: se questa terra è adatta per le fondamenta.
Terzo: Ho chiesto il permesso dall’alto.”

Più tardi il Maestro si recò alla casa per l’inaugurazione. Io e mia moglie avevamo steso un tessuto lungo cento metri sulla strada che porta a casa nostra. Anche se avevamo gettato dell’acqua, la strada era polverosa. Il Maestro si fermò e chiese: “Perché avete steso quel tessuto, non posso camminare sulla strada?” Io risposi: “Maestro, alcuni vecchi discepoli ci dissero che ai tempi di Baba Sawan Singh si usava fare così e noi abbiamo pensato: Perché non fare questo per il nostro Beneamato Maestro?” Con gioia il Maestro posò un piede sul tessuto e disse: “Siete contenti adesso?”

Nella casa, il Maestro fece un Satsang. Vennero così tante persone che fummo costretti ad abbattere un muro che separava la nostra casa dalla casa vicina. Durante il Satsang il Maestro chiese due volte: “Avete fatto una camera per me?” Mia moglie rispose: “Maestro, prima abbiamo fatto la Tua camera e poi abbiamo costruito la casa.”

( Nota: Qualche tempo prima il Maestro sulla strada di ritorno da Bombay ebbe un incidente e raggiunse l’Ashram di Delhi in taxi. La sera dello stesso giorno il Maestro apparve nel luogo che successivamente trasformammo nella Sua camera. Estremamente sorpresi, non eravamo in grado di capire se il Maestro si fosse manifestato o se fosse venuto fisicamente. Tutta la nostra casa era piena di profumo di rose e gelsomino. I polsini e il collo della camicia del Maestro erano sporchi e il turbante era sfatto e sparì subito dopo. Immediatamente partimmo in auto e arrivammo a Delhi di mattina presto. Con nostra grandissima sorpresa, il Maestro era vestito come ci era apparso e parlava con degli ospiti dicendo loro: “Sono stanco e non ho ancora cambiato i miei abiti. Ritornate pure tutti a casa.” )

Terminato il Satsang il Maestro andò nella camera a Lui destinata. Ordinò: “Nessuno deve entrare tranne te e tua moglie.” Però mio cognato Inderpal Singh era già entrato.

Crepe nella camera

In camera c’era un nuovo letto che avevamo fatto fare per il Maestro e quando si sedette sul letto, incominciò a scricchiolare. Sentendo lo scricchiolio ebbi paura che il falegname per la fretta non avesse costruito un buon letto. Guardandomi il Maestro disse: “Non preoccuparti, quando Baba Sawan Singh venne in camera mia c’era un tale suono vibrante che i muri della mia camera scricchiolarono.”

Poi il Maestro mi chiese: “Finora non mi hai mai chiesto niente. Oggi puoi farlo.” Dissi: “Maestro, oggi Ti chiederò qualcosa.” Il Maestro disse: “Sì, dimmi cosa vuoi.” Risposi:

“Maestro, la Tua Missione deve fiorire in tutto il mondo.”
— Dr Harbhajan Singh

Il Maestro mangiava un arancio e stava per mettere in bocca uno spicchio, se lo tolse e lo mise nella mia bocca e mi disse: “Finora sono venute da me molte persone per problemi mondani, anche alcuni benedetti sono venuti per la meditazione, ma finora nessuno ha detto questa cosa. Quindi ti do questo, ma ricordati che dovrai dimenticare i ‘caldi letti’.”

Poi aggiunse:

La Missione è un albero,
mentre la meditazione e le virtù
sono i rami, i fiori e i frutti.
Se l’albero verrà tagliato, tutto il resto finirà.
La Missione del Maestro è a lui molto cara.
Varie volte i Maestri e i loro veri discepoli
hanno sacrificato la vita
per la Verità (Missione) nel mondo.”

Il 15 ottobre 1973, il Maestro andò a Mahal Jandiala (villaggio famoso per il tempio antico). Qui fece un Satsang meraviglioso, poi continuò verso il Centro successivo a Pathankot. Dopo la Sua partenza andammo nella camera del Maestro per meditare e ci accorgemmo che in quasi tutte le pareti della stanza vicino al soffitto si era formata una grande crepa. Molti fratelli e sorelle che spesso venivano a casa nostra dicevano: “Tutta la casa è bella, ma perché in quella stanza ci sono le crepe?” Eravamo soliti rispondere che si erano formate perché era filtrata dell’acqua. In seguito raccontammo al Maestro tutta questa faccenda e lui ci consigliò di rifare il soffitto, e lo sostituimmo dopo molto tempo.

Il Maestro distribuì il Parshad

Il 14 ottobre il Maestro si trovava nel Centro di Amritsar. Il sig. Mohan, l’autista del Maestro, che Lui amava proprio tanto, preparò il cibo nella cucina del Maestro. Il Maestro stava mangiando in cucina, quando senza saperlo aprii la porta in cerca di Mohan. Vedendomi il Maestro mi chiese di entrare e così feci. Si alzò e disse: “Rimane metà del mio cibo, prendilo.” Risposi. “Maestro, ho aperto la porta non sapendo che Tu fossi qui, e prometto che non lo farò più.” Ma il Maestro proseguì su questo punto e disse. “Te lo do con tutto l’amore.” Mohan mi disse. “Finora il Maestro non ha mai offerto il cibo del Suo piatto mentre mangiava. Sei fortunato, prendilo.”

A sera il Maestro, mentre ancora mangiava, chiese a Mohan se era rimasto dell’impasto per il chapati. C’era e diede la rimanenza al Maestro. Il Maestro lo prese nelle mani, premendolo per un momento e lo restituì al signor Mohan dicendo: “Fa un chapati con tutta questa pasta e dallo al dottore e sua moglie. Guarda che è solo per loro e per nessun altro.”

14 Ottobre 1973 Incontro con i Sevadar

Il Maestro tenne un meeting per i Sevadar che durò fino a mezzanotte. Disse: “Il tempo di Guru Gobind Singh sta arrivando. In India ci saranno lotte intestine e molti problemi. La lotta interna è più pericolosa degli attacchi esterni. Se ci sarà una guerra, quanti battaglioni mi fornirai?” Risposi: “Guru Gobind Singh realizzò il suo lavoro con cinque discepoli beneamati, perché hai bisogno di tanti battaglioni?” Il Maestro disse: “Adesso vieni tu da solo, Lui (Guru Gobind Singh) può fare il suo lavoro anche solo con uno.”

A mezzanotte, mentre il Maestro distribuiva il Parshad mi chiese: Subash Chander Bose da dove ha condotto la lotta per l’indipendenza dell’India?” Dissi: “Maestro non so, Tu lo sai meglio”

( Nota: Subash Chander Bose dalla Germania lottò contro gli Inglesi per l’indipendenza dell’India. )

Nel darmi il Parshad, il Maestro mi toccò la mano e mi fece segno di seguirlo in camera. Mi disse che avremmo iniziato il nostro lavoro dalla Germania dell’Ovest. Risposi: “Maestro, ma lì ci sono già dei centri.” Allora il Maestro non aggiunse altro, ma aveva le lacrime agli occhi.

Il Maestro diede l’incarico per la costruzione del futuro Manav Kendra a Nawanshar.

Il 24 ottobre del 1973, mentre si trovava a Nawanshar, il Maestro si ammalò. Andai dal Maestro e gli chiesi di potermi assentare per qualche ora. Dovevo recarmi alla fattoria agricola del Maestro, dove il Sangat del Centro di Amritsar stava già lavorando per la raccolta del riso. Il Maestro stesso aveva affidato quella fattoria al Centro di Amritsar per fornire la cucina comune.

( Nota: Amritsar è stato il primo Centro dell’India in cui il Maestro ripristinò l’antichissima tradizione della cucina comunitaria. )

Il Maestro mi disse: “Aspetta, c’è ancora un po’ di tempo, verrò là anch’io.” Era la prima volta che il Maestro diceva di voler visitare la fattoria.

Il Maestro si recò alla fattoria (dove ora Kirpal Sagar è stata costruita) e mi disse di prendere l’acqua che scorreva dal pozzo e gli portai anche del riso. Prese un chicco di riso e un bicchiere d’acqua e disse: “Se non riuscite a comprare il terreno che ho visto ad Amritsar, allora anche questo terreno va molto bene. Sono necessari verso questa direzione almeno 100 acri di terreno.” (Indicò la direzione del luogo dove ora è stata costruita Kirpal Sagar.) “E dovreste anche seminare fagioli, poiché verrà un tempo in cui saranno necessari quasi otto quintali al giorno.” (Un quintale equivale a 100 kg.) “In futuro diventerà un luogo di pellegrinaggio per tutto il mondo.” Poi il Maestro aggiunse: “Il Manav Kendra che volevo costruire non è stato ancora costruito. Verrà costruito qua.”

Dopo un po’ di tempo, mentre stavo a Delhi, chiesi al Maestro il significato di quel luogo. Rispose. “Il tempo lo dirà.”

Con il Maestro al festival Diwali a Ludhiana

Di solito celebravamo il festival di Diwali col Maestro. Io e mia moglie, Kulwant Singh e Ranbir Singh di Chandigarh arrivammo a Ludhiana molto tardi. Il Maestro stava ancora seduto sul letto e teneva un panno caldo sulla parte destra del viso. Domandai il perché, e il Maestro mi disse che aveva un forte mal di denti e che dalla mattina non aveva potuto mangiare nonostante avesse preso alcune medicine che solo momentaneamente gli avevano dato sollievo. Dissi: “Maestro, ho con me una buonissima ricetta che ti darà sollievo in pochi secondi.” Il Maestro rispose: “È impossibile, è tutto il giorno che prendo molte medicine.” Dissi ancora: “Di sicuro questa ti sarà d’aiuto come due più due fanno quattro.” Dato che erano le undici di sera, il Maestro disse: “Come troverai gli ingredienti e quelle foglie dal momento che i negozi sono chiusi?” Guardai in alto e vidi accanto alla stanza del Maestro l’albero che serviva. Preparai la medicina. Il Maestro fece due o tre gargarismi e il dolore si calmò subito. Il Maestro mi disse: “Dove hai trovato una così efficace prescrizione?” Dissi che l’avevo ricevuta dal mio Maestro.

( Nota: Una volta ho avuto un fortissimo mal di denti e il Maestro all’interno mi ha dato questa ricetta che mi ha fatto passare il mal di denti. )

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