22 novembre 1967 — Sawan Ashram, Delhi (I Discorsi Del Mattino, Capitolo 24)
Vi parlo ora di colui che è nella condizione di servire Dio o Dio nell’uomo. È su di lui che Dio riversa la sua grazia. Diversamente nessuno può essere al suo servizio. Qual è il criterio per riconoscere colui che serve Dio o Dio nell’uomo? Quelli che lui vuole al suo servizio sono portati più vicino a lui, o nella sua missione o nella sua casa o impegnati in altre mansioni. Si è in comunione col Naam o forza della Parola solo quando Dio lo desidera e il contatto viene dato attraverso il corpo umano in cui Dio si manifesta.
È la manifestazione di Dio in lui che dà agli altri il contatto con il Verbo o Naam. Naam o Verbo è la forza che ci controlla all’interno. È solo attraverso la grazia di Dio che si viene iniziati. In realtà l’espressione “uomo iniziato” indica che Dio ha riversato la sua grazia e vuole che i suoi figli tornino da lui. Per questo motivo dà un contatto attraverso un corpo umano in cui si manifesta. Il più grande servizio consiste nel mettere se stessi in sintonia con la forza di Naam, che è il principio di luce e suono. Questa è la via di ritorno al Dio assoluto.
Ora sorge una domanda, come vengono scelti quelli che sono al suo diretto servizio, o per realizzare il lavoro nella sua missione o in casa sua? È Dio in lui che sceglie, non il figlio dell’uomo. Quelli scelti per lavorare nella sua missione sono stati scelti attraverso la sua grazia. Non tutti sono scelti per lavorare nella sua missione o per essere a più stretto contatto con lui.
Quando Dio vuole che qualcuno si avvicini di più a lui, pone questa persona nella condizione di poter servire direttamente Dio, o nella sua casa o nella sua missione. Questa è la sua grazia. Dunque, solo chi è desiderato da Dio stesso può servire Dio o Dio nell’uomo. La condizione primaria è che bisogna aver ricevuto il Naam o l’iniziazione.
Quelli che sono stati iniziati, hanno ricevuto l’iniziazione poiché Dio ha desiderato portarli più vicino a sé, prima nell’anima poi esternamente. Per questo il Maestro ci dice che dobbiamo dedicare più tempo possibile alla meditazione, per poter beneficiare della sua forma radiante interiormente, parlare a lui da cuore a cuore e ricevere direttamente la sua guida. Questo è un aspetto.
L’altro aspetto è che anche il servizio esteriore è affidato a chi è stato scelto da lui per svolgere il lavoro nella sua missione. Altri sono portati ancora più vicino per occuparsi di altri lavori sotto la sua diretta supervisione. È tutta la sua grazia che ci fa avvicinare di più a lui.
Quelli che sono scelti per questo scopo sono i più fortunati. Qualche volta può accadere che chi è stato scelto per un certo scopo possa pensare di essere il padrone del servizio che gli è stato affidato. Naturalmente il piccolo ego dentro in ognuno di noi si fa valere. Questo non è servizio. Il servizio al Maestro è svolgere il lavoro come lui desidera e solo in questo modo diventa un lavoro che compiace il Maestro, e non tutto il resto.
L’ego di coloro che in un modo o nell’altro sono portati più vicino al Maestro si fa sentire. Loro dicono: “Mi sto occupando di questa o di quella cosa.” Questa affermazione porta la persona ad avere una carenza di dolcezza in tutte le sue relazioni. Diventerà prepotente e autoritario. Non si ritiene una marionetta nelle mani del Maestro. Dovrebbe sempre esserci il servizio altruistico. Pertanto, è molto fortunato chi è stato selezionato per il servizio del Maestro, per svolgere il suo lavoro, in un modo o nell’altro, qui o in qualunque posto sotto la sua diretta supervisione.
Alcune persone sono state scelte per lavorare molto vicino a lui. Questa è la sua grazia, che viene da Dio in lui. Solo le persone che Dio sceglie possono servire Dio o Dio nell’uomo. Quelli che sono stati scelti sono oggetto di una grazia speciale che proviene da Dio.
Ma noi cosa facciamo?
Qualche volta consideriamo questo come un business e in un modo o nell’altro ci aspettiamo una ricompensa. Spesso il nostro Maestro paragonava chi veniva da lontano e rimaneva solo un po’ di tempo a un vitello che si avvicina alla mucca solo per prendere il latte e chi è sempre vicino al Maestro alle zecche che succhiano solo il sangue della mammella, ma non prendono il latte.
Se volete servire Dio o Dio nell’uomo, lo potete fare solo attraverso la sua grazia e se lui lo desidera. Nessun altro lo può fare. Se si è scelti per lavorare per il Maestro, è per grazia di Dio. Quando siete scelti per un compito, allora fatelo gioiosamente, silenziosamente, amorevolmente, disinteressatamente. Ringraziate Dio per essere stati scelti per questo lavoro, per essere stati inclusi nell’organizzazione del suo lavoro. È la sua grazia.
Dovreste essere veri al Maestro dentro di voi. Quando vedete che lui è in voi, avrete timore di fare qualcosa di sbagliato e che va contro i suoi desideri, sia in sua presenza che in sua assenza. Se continuate in questo modo, penserete sempre al Maestro e il risultato sarà che: “Diventerete come pensate.” Successivamente direte che “È lui che sta lavorando in me e non io.”
San Paolo ha detto: “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me.” Questa è la meta finale. Quindi, coloro che vengono scelti per portare avanti il lavoro al servizio del Maestro, sono nella grazia di Dio e devono essere riconoscenti per aver ricevuto questo servizio. Dovrebbero continuare disinteressatamente, pensando sempre che stanno servendo Dio nell’uomo, poiché è lui che li ha scelti per questo obiettivo.
Il presupposto per servire Dio o Dio nell’uomo è di aver ricevuto l’iniziazione, essere stati portati più vicino e aver ricevuto un lavoro da fare sotto le direttive del Maestro. Questa è la sua grazia speciale e dovremmo dimostrare di esserne degni e trarne pieno beneficio e per ottenerlo dobbiamo svolgere il nostro lavoro solo disinteressatamente, come una semplice marionetta nelle sue mani. Qualsiasi servizio svolto secondo il volere e la gioia del Maestro, in cui non ci sia l’affermazione di sé, produce pieni frutti.
Coloro che sono stati scelti per questo servizio a lui, dovrebbero essere grati altrimenti sarà vincolante e anche se vivete vicino al Maestro non potrete trarne pieni frutti.
Riassumendo, l’argomento di oggi parla di coloro che sono stati iniziati da Dio nell’uomo, attraverso la sua grazia. Essi dovrebbero sviluppare quello che hanno ricevuto osservando regolarmente gli accorgimenti o le limitazioni, così che possano svilupparsi interiormente e incontrare la forma radiante del Maestro e parlare con lui da cuore a cuore. Questo è un aspetto. Il secondo aspetto è che qualche volta venite scelti per un lavoro.
Qual è il suo lavoro?
Unire tutti i figli di Dio. Voi dovreste essere un esempio per tutti gli altri. Un esempio è meglio di un precetto. Se avete ricevuto un lavoro nella sua missione, allora dovreste farlo, sia direttamente sotto la sua supervisione che in qualsiasi altro posto. Quelli che sono scelti per un obiettivo o per un altro sono i più fortunati, ma dovrebbero svolgere il loro dovere senza ego. Dovrebbero farlo solo per accontentare il Maestro senza aspettarsi nessuna ricompensa. Il Maestro dà quello che lui vuole, quello che va bene per un uomo, quello che ritiene sia meglio per lui.
Quando servite Dio nell’uomo, naturalmente sarete ricompensati. Quale ricompensa vi darà? Prima vi libererà dal mondo e poi vi unirà per sempre a Dio. Se il Dio nell’uomo desidera il vostro bene, allora penso che sia Dio che desidera il vostro bene.
Quelli che hanno avuto l’iniziazione l’hanno ricevuta attraverso la speciale grazia di Dio. L’obiettivo dell’iniziazione è il ritorno dell’anima nel grembo di nostro Padre attraverso il principio di luce e di suono emanati dal Dio assoluto.
Un’ulteriore grazia speciale è data all’iniziato quando viene scelto per aiutare a continuare il lavoro. Quelli che vogliono essere più vicini al Maestro ricevono qualche mansione speciale, qualche incarico da svolgere. Se la persona che ha ricevuto questo compito lo svolgerà disinteressatamente, senza ego, questo porterà frutti. Quando vedete che tutto va secondo la volontà e la gioia del Maestro, allora naturalmente, sarete in unità con lui. Non avrete desideri personali. La volontà del Maestro è la vostra volontà e la sua volontà è la volontà di Dio.
Quindi ciascuno di voi dovrebbe essere riconoscente per essere stato iniziato. Siete stati messi sulla via di ritorno al Dio assoluto. Se vi ha scelto per una qualche mansione particolare, siete ancora più fortunati, ma svolgetela con piena fede, con piena devozione e disinteressatamente. Se voi fate questo, lui cosa vi darà? Vi darà il suo posto.
Una volta, Guru Har Govind, il sesto Guru dei sikh, chiese se c’era qualcuno per recitare il Jap Ji, che è parte del Guru Granth Sahib, il libro dei sikh. Disse: “Chiunque lo reciterà con piena attenzione potrà chiedermi un desiderio del suo cuore. Ma non deve interferire alcun pensiero. Deve essere recitato con piena attenzione.” Così un uomo cominciò a recitare il Jap Ji. Continuò con piena attenzione, ma verso la fine pensò al bellissimo cavallo che era stato donato al Maestro e lo desiderò. Alla fine della recita chiese il cavallo. Il Maestro gli diede il cavallo e poi gli disse: “Guarda, se tu non avessi voluto quel cavallo, ti avrei dato il mio posto.”
Mi seguite? Coloro che lavorano disinteressatamente, con piena attenzione, saranno in unità col Maestro. Il Maestro vuole unirvi a lui. Quelli che vogliono qualcosa d’altro, bene naturalmente gli sarà dato, ma il servizio disinteressato per il Maestro è la più grande fortuna, direi.
Ma chi fa questo?
Colui al quale Dio manda la sua grazia. Perciò prima di tutto, siete fortunati nell’essere stati iniziati. Quelli che sono stati scelti per lavorare nella sua missione e sono in diretto contatto con lui sono ancora più fortunati. Ma dovrebbe essere fatto in modo disinteressato, ricordatelo! Non dovrebbe esserci l’affermazione del sé poiché se interferisce il sé o l’ego, invece di trarre pieno beneficio, ricaverete poco o niente.
Dunque siate grati che siete stati iniziati. Qualche volta quelli che traggono pieno beneficio facendo il servizio pensano di essere superiori al Maestro. Si può essere buoni come il Maestro, questa è un’altra cosa, ma non si può essere al di sopra di lui. È l’affermazione del sé che porta a oltrepassare la propria posizione. Il risultato è che chi agisce in questo modo non trarrà pieno beneficio. Il servitore è il servitore e il Signore è il Signore.
Se il Signore non accetta il vostro servizio, allora potete costringerlo?
Qualche volta non si trae pieno beneficio da ciò che viene dato al momento dell’iniziazione e anche se si vive vicino al Maestro non si ottiene pieno beneficio. Dunque, per trarre pieno beneficio dall’iniziazione e dal servizio che si è ricevuto, bisogna lavorare in modo disinteressato e con piena devozione. In questo modo, si raggiunge l’unità col Maestro.