18 ottobre 1967 (I Discorsi Del Mattino, Capitolo 3)
Non ferite mai nessuno. Feriamo gli altri pensando male di loro. È sbagliato pensare male degli altri e cospirare alle loro spalle, perché i pensieri sono molto potenti. Il pensare male degli altri crea, come il filo del telegrafo, una reazione in loro. Potete anche non parlare, ma se pensate a qualcuno, si verifica un’onda.
Una volta un ministro parlando al grande imperatore indiano Akbar, gli disse che i pensieri sono molto potenti e che bisogna fare molta attenzione a ciò che si pensa degli altri. Akbar chiese al suo ministro come faceva a saperlo e il ministro rispose: “Ti farò un esempio concreto. Usciamo.” Così entrambi uscirono e videro un uomo che veniva verso di loro da una distanza di poche centinaia di metri. Il ministro disse al sovrano: “Ecco, pensa qualcosa di quest’uomo e quando arriva qui potrai chiedergli cosa gli è passato per la mente. Devi solo guardare e pensare.” Il sovrano pensò che avrebbe voluto sparare a quell’uomo. L’uomo si avvicinò e lui gli chiese: “Cosa ti è passato per la mente quando hai visto la mia faccia?” L’uomo rispose: “Imperatore, perdonami, ma ho pensato che avrei dovuto picchiarti e romperti la testa.”
Dunque i pensieri sono molto potenti. Se pensate male degli altri, gli altri reagiranno. Dovete fare attenzione a come parlate delle persone. Se pensate male di qualcuno e gli dite: “Sei uno stupido” o cose simili, o se qualcuno vi insulta e voi reagite allo stesso modo, qual è il risultato? Un’esplosione. Vi insulterete una, due volte, e tutto si trasformerà in una rissa. Questo succede attraverso le parole ma la vera radice sta nel pensiero. L’uomo parla di quello che ha nel cuore e qualunque cosa sia, prende forma dalle parole, che conducono poi alla rissa. Quindi non ferite i sentimenti degli altri, né con i pensieri, né con le parole né con le azioni. Se una dozzina di persone che lavorano insieme, anche in luoghi sacri, cominciano a pensare male l’una dell’altra, accadrà che i pensieri irradiando causeranno una reazione sulla mente dell’altro. Riuscite a seguirmi?
Il cuore è il trono di Dio. Il corpo è il tempio di Dio. Se profaniamo il trono dove sta Dio, allora chi vi risiederà? Perciò benedetti sono i puri di cuore, perché vedranno Dio. La purezza consiste anzitutto nel non fare male agli altri con pensieri, parole o azioni. Ci sono anche altri fattori, ma questo è il principale. In qualunque luogo, anche in un ashram, se un uomo pensa a qualcuno, questo pensiero vola come niente ed è proprio come un’epidemia. Un topo infetto dalla peste va in giro e diffonde ovunque il contagio. È una cosa seria: “Non fate gli agenti non pagati della polizia investigativa di Dio. Non prendete la legge nelle vostre mani.” Se pensate bene degli altri, irradierete bene. Se purificate la vostra mente purificherete la mente degli altri. Pensando male degli altri, rovinate il vostro tempio di Dio e lo profanate. Formalmente siete a posto, completamente puliti, ma i vostri cuori sono impuri. Vi contaminate pensando male degli altri. Tutti fanno parte dello stesso ingranaggio. Se anche una sola parte non funziona, l’ingranaggio si inceppa. Ecco perché è stato detto: “Cercasi riformatori di sé stessi, non degli altri.” La carità incomincia in casa propria. Prima bisogna cambiare sé stessi. L’esempio è meglio del precetto.
L’argomento di oggi è: “Non fate male agli altri con pensieri, parole e opere.” Se pensate a qualcuno, pensatene sempre bene. Perché? Perché sono vostri fratelli e sorelle in Dio. Dio agisce in ogni cuore. Il corpo è il tempio di Dio. Se pensate male, prima sporcate il vostro tempio, poi sporcate gli altri. Invece dovreste pensare: “Sia pace in tutto il mondo secondo la tua volontà, o Dio.” È quello che Guru Nanak ha divulgato con la sua preghiera.
Fate in modo che tutto il mondo sia felice, ma come può essere felice se sporcate tutto? Quindi la cosa più importante è di non pensare male, non parlare male e non ascoltare le malignità degli altri. Se venite a conoscenza di qualcosa, tenetela per voi o cercate di parlarne privatamente con chi è coinvolto, per il suo bene. Non bisogna diventare riformatori l’uno dell’altro, ma in primo luogo riformare sé stessi. Se siete in amicizia con qualcuno, dovreste parlargli privatamente di cosa secondo voi sta sbagliando. Allora l’altra persona sarà disposta ad ascoltare. Se un uomo è cieco e gli dite: “Oh uomo cieco,” lui si offenderà. Se semplicemente dite: “Bene, caro amico, quando hai perso la vista?”, il risultato è scontato. Ci sono modi e maniere per esprimersi; anzi, si dice che il parlare sia un’arte. Le stesse parole che producono un effetto piacevole e tranquillo possono anche creare il fuoco. Questo è quello che bisogna evitare. Dunque non bisogna far male agli altri né col cuore, né con la mente, né con le parole né con le azioni.
Non è difficile incontrare Dio, la cosa difficile è essere un uomo. L’uomo è in trasformazione. Dio cerca un uomo che sia uomo. Quando sarete pronti, Dio verrà e darà anche a voi un incarico.
Nel mio primo viaggio sono stato a Londra. Ricordo due bambini di circa 7/8 anni che hanno ricevuto l’iniziazione del suono. Ho chiesto loro: “Cosa volete fare da grandi?“ “Vogliamo diventare Maestri,” hanno risposto. “Bene,” ho detto io “Siete stati messi sulla via, migliorate, progredite e potrete essere scelti come Maestri.” Dio cerca un uomo che sia uomo, in modo che il Suo lavoro possa continuare. Non siamo noi a dover pregare per questo, ma sta a Dio scegliere chi è adatto per questo lavoro. Non serve impazienza né propaganda per avere questo posto perché non dipende dall’uomo: è un incarico che proviene da Dio. Ho detto a quei bambini: “Bene, potete diventare Maestri, questo è vero. Siete stati messi sulla via, continuate e potrete essere scelti come Maestri.” Tutto sommato, ciascuno deve arrivare alla perfezione. Non è un peccato. Ogni Santo ha un passato e ogni peccatore il suo futuro. Ma dove inizia tutto? Da noi stessi. Prima di tutto, non bisogna pensare male. L’uomo parla di quel che abbonda nel suo cuore e se c’è cattiveria nella mente si propaga con i pensieri e le parole. È il primo e fondamentale insegnamento dei Maestri. Dovreste analizzare voi stessi e vedere come state e dove siete. E se avete dentro queste cose, com’è possibile aspirare a diventare Maestri? Quindi è essenziale la purezza della mente. Non fatevi sporcare dai pensieri negativi ma piuttosto pregate per il perdono. Dovete anche perdonare e dimenticare. Di solito non si dimentica. Si dice: “Mah, non importa” mentre in realtà il veleno invade la mente. Questo prima o poi diventa contagioso. Ebbene se qualcuno ferisce i vostri sentimenti con parole o azioni, perdonate. Il perdono è l’unica acqua dolce che laverà via tutto lo sporco. Non è il compito della giustizia, questo, ricordatelo! Se volete giustizia, questa produrrà una reazione. Solo il perdono lava via tutto lo sporco. Perdonate e dimenticate, questa è la strada per la spiritualità.
Una volta un uomo andò da Buddha e incominciò a insultarlo pesantemente. Continuò per una, due, tre ore, fino a quando diventò buio. Quando scese la notte, lui decise di andare via. Così Buddha disse: “Bene, caro fratello, dimmi solo una cosa.” L’uomo chiese cosa volesse sapere e a quel punto Buddha domandò: “Se uno porta un regalo a qualcuno e questi non lo accetta, a chi rimane il regalo?” L’uomo rispose: “Alla persona che l’ha portato.” “Bene,” disse Buddha, “Io non accetto il regalo che mi hai portato.”
Sono questi i punti che dovete sviluppare in voi e ai quali dovete attenervi. Se li osservate, i vostri pensieri e la vostra radiazione cambieranno. Non si tratta di fingere o di recitare, ma di viverli. I Maestri dicono: “Sono il servitore di chi rispetta quello che dico, loro sono i miei capi, li servirò al meglio.” Sinceramente, il figlio che ubbidisce al padre e fa tutto quello che lui desidera, è il prediletto, se naturalmente non si tratta di un semplice assenso o di un atteggiamento esteriore, poiché la mente irradia. Il Maestro conosce la mente, non le cose esteriori.
Queste cose non vengono spiegate nelle conferenze pubbliche. Questi argomenti vengono affrontati nelle conversazioni da cuore a cuore. Il segreto del successo è tenere la mente libera.