27 gennaio 1968 (I Discorsi Del Mattino, Capitolo 34)
Se il Maestro o il Guru è contento di voi, allora state sicuri che Dio è contento di voi, poiché Dio si manifesta in lui. Se nel profondo del cuore non è contento di voi, allora chi può rivolgersi a Dio per essere buono con voi? Se Dio non è contento, c’è un modo, c’è un posto dove potete avvicinarvi. Questo posto è dove Dio si manifesta, il Dio nell’uomo. Se il Dio nell’uomo non è contento, non c’è posto.
Per un uomo qual è il criterio per capire se possiede vero amore per il Maestro o il Guru? Se il Maestro non è contento di voi e vi insulta, anche allora il vostro amore per lui non dovrebbe vacillare affatto. Questo è un criterio per capire. Anche se lui vi insulta o vi rimprovera (naturalmente non lo farà), lo amerete lo stesso, sarete attratti da lui. A volte il bambino dice alla madre cose inverosimili, ma la madre non se la prende.
Ora ci si pone la domanda: come possiamo far piacere al Maestro? Ci sono due modi e il primo è che ogni qualità che c’è nella sua vita dovrebbe essere adottata nella nostra. Dovremmo imitarlo, cioè vivere secondo quelle qualità che vediamo in lui. Le sue qualità sono, in scala ridotta, le qualità di Dio. Dio le distribuisce a tutti coloro che ha creato poiché naturalmente il Creatore ama la sua creazione. Così il Guru amerà i suoi discepoli, perché ha dato loro la nascita nella via interiore. Dovremmo amare tutti come lui ci ama. Lui non vuole lasciare soffrire nessuno e noi non dovremmo lasciare soffrire nessuno. Dovete dividere con gli altri. Ci sono alcune competenze che il Maestro ha e sono qualità di Dio riflesse in lui. Il secondo modo è proprio il non venir meno severamente e letteralmente a cosa dice.
Ho fatto l’esempio dei cinque Pandava che vennero mandati dal Guru per essere istruiti. Dunque, la prima lezione che venne data loro consisteva nell’imparare a dire sempre la verità. Lui disse poi loro di ricordarsi di questo. Essi andarono via e ad eccezione di uno, ritornarono il giorno dopo. Il Guru chiese ai quattro Pandava dove fosse il quinto ed essi risposero che lui stava imparando a memoria la lezione. Passò una settimana prima del suo ritorno, e quando arrivò disse: “Bene Guruji, ora ho imparato cosa mi hai detto, di dire la verità, di parlare con verità.” Gli altri lo presero in giro e dissero: “Guarda Guruji, noi abbiamo memorizzato quelle poche parole nello stesso momento in cui le hai dette, mentre lui ha impiegato una settimana per memorizzarle.” Il Guru allora spiegò il vero significato della lezione e fece promettere agli altri quattro Pandava di non dire bugie. Dunque non venite meno a ciò che dice il Guru. Scrivetelo nella vostra vita.
Un pandit di nome Guru Dutt era un discepolo di Swami Dayanand, il fondatore dell’Arya Samaj. Qualcuno gli disse che avrebbe dovuto scrivere la storia della vita del suo Guru. “Bene,” disse “la scriverò.” Passarono due mesi, tre mesi, e gli chiesero cosa stesse facendo. Lui disse: “Sto scrivendo.” Passarono sei mesi, un anno e questi vollero sapere se lo stava facendo. Lui rispose: “Oh, sto scrivendo moltissimo.” Passarono altri due anni ed essi chiesero ancora quanto aveva scritto. “Oh, sto scrivendo moltissimo” disse.
Cos’è lo scrivere la vita di un Maestro? È solo l’avere nella propria vita le tante qualità del Maestro. Quindi qualunque cosa diciamo deve essere detta con parole dolci. Parole gentili cariche di umiltà non costano niente. Se nella vita avete questa attitudine, penso che il novanta per cento dei vostri guai sarà evitato. Dunque dovete letteralmente attenervi a ciò che dice il Maestro. Questo è un modo per compiacere il Maestro o il Guru. L’altro modo è che dovreste adottare nella vostra vita le qualità che lui possiede.
Qualche volta il Maestro deve allenare il discepolo per farne un uomo. Qualche volta deve incoraggiarlo dicendo: “Bene, sei stato un ragazzo molto bravo, hai fatto del tuo meglio e io sono contento.” Altre volte deve dire al discepolo che ha fatto qualcosa di sbagliato e che non presta attenzione al Maestro. Il non fare attenzione a ciò che dice il Maestro è più che la morte per l’uomo che ha amore per il Maestro. Una piccola parola di incoraggiamento da parte del Maestro e lui riceve una spinta interiore per la sua anima. Il Maestro ha modi diversi per tirare fuori l’uomo che è nel discepolo, ma di solito le persone non lo comprendono. Dunque, dovreste vivere cercando di copiare la vita del Maestro nella vostra vita e adottare le qualità che possiede e attenervi a ciò che dice. Il modo migliore per diventare la dimora di tutte le qualità è avere un linguaggio gentile, parole garbate, imbevute di umiltà.
Il Maestro deve pulire il cuore del discepolo, non in un giorno, questo richiede tempo. Possono essere riposti nell’armadio i vestiti che sono stati lavati, non quelli sporchi. Il Maestro ama il discepolo come la madre ha amore per il suo bambino. Se il bambino è sporco, cosa fa la madre? Semplicemente lo lava con amore e poi lo stringe al petto.
Dunque, amate il peccatore ma odiate il peccato.
Non abbiate odio esteriormente, ma abbiate dolci parole, imbevute di umiltà. Queste sono le cose che vi rendono amabili al Maestro. Non dovreste venir meno a ciò che dice, anche se questo vi costa la vita. Questo è il parametro per capire come il Maestro può essere accontentato. Se lui è contento, il Dio in lui è contento, allora anche Dio è contento.
Il primo criterio per sapere se avete vero amore per il Maestro è che anche se vi odia, vi insulta — che Dio ti benedica, non fa mai questo — ma anche se questo dovesse succedere, il vostro amore per lui non dovrebbe vacillare. Vi può non permettere di avvicinarvi a lui per un po’ di tempo — sto parlando della mia esperienza — a causa di qualche propaganda o altre cose, nonostante ciò dovete essere affettuosi e dovete amarlo. Questo è il criterio fondamentale per capire che tipo d’uomo siete diventati.
“Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me.”
— Galati 2:20
Secondo, cercate di adottare nella vostra vita ogni qualità che lui possiede e non venir meno ad esse e terzo, attenetevi in modo rigoroso a quello che dice, letteralmente, senza tener conto di cosa dice la vostra mente o di quello che preferisce il vostro cuore.
Una volta avevo ricevuto l’incarico di tenere il Satsang a Lahore in una domenica. In quella occasione, andai a far visita al mio Maestro, che abitava a Beas, e arrivai là all’incirca a mezzanotte. Avevo la fortuna di avere il permesso di vedere il Maestro a qualsiasi ora. Abitava al terzo piano e salii per vederlo. Si era fatto tardi e pensai di rimanere col Maestro e incaricare qualcun altro di fare il discorso. Arrivò il momento in cui avrei dovuto partire per Lahore e il Maestro disse: “Non fai il Satsang a Lahore?” — “Si” risposi. “Bene, allora vai.” Così naturalmente, presi il treno per Lahore e tenni il Satsang.
Dunque, vi ho dato tre cose per capire se possedete vero amore per il Maestro. Egli è la dimora di tutte le buone qualità. Qualsiasi qualità che è in Dio è anche riflessa nel Maestro. Non venite meno ad esse, adottatele nella vostra vita e attenetevi severamente, letteralmente a ciò che dice.
Portate rispetto alle sue parole, anziché al suo corpo. Se ci sono quattro o cinque figli e un figlio va secondo il desiderio e il piacere di suo padre e non domanda niente, mentre gli altri chiedono questa o quella cosa e non rispettano quello che dice il padre, allora chi amerà il padre?
Dunque cercate di ottenere il compiacimento del Maestro, vivendo come vi ho detto. Coltivate le qualità che lui possiede nella sua vita e scrivetele nella vostra vita, non sulla carta. Ho fatto l’esempio di Pandit Guru Dutt, che era un discepolo di Swami Dayanand, il fondatore dell’Arya Samaj. Quando alcune persone gli chiesero di scrivere la vita di Swami Dayanand, lui rispose che l’avrebbe fatto. Passarono due mesi, passarono tre mesi, passò un anno. Gli chiesero ancora se lo stava facendo. “Bene, sto scrivendo.” Passarono due o tre anni e questi gli chiesero quanto avesse scritto. Lui rispose: “Sto scrivendo molto.” — “Ma si può sapere cosa hai scritto?” gli chiesero. _Lo scrivere la storia della vita del Maestro è avere la sua vita nella propria vita. Io sto scrivendo nella mia vita. Studenti così fanno miracoli, poiché Dio è in loro.
Dunque, oggi siamo venuti a sapere tre cose. Primo, il criterio per capire se provate vero amore per il Maestro. Anche se vi insulta sarete attratti da lui. La seconda è avere nella vostra vita quelle qualità che da Dio sono riflesse in lui. Queste sono: semplicità e parole gentili pregne di umiltà. La terza è attenersi severamente a ciò che dice, non curanti della vostra vita. Se lasciate tutto al Maestro, il Maestro deve occuparsi del figlio. Così queste sono le tre cose che oggi vi ho spiegato. Queste sono scritte nei libri in modo sommario, non in maniera dettagliata come sono state spiegate questa mattina. Se volete essere amabili verso il Maestro, attenetevi a ciò che dice. Lui non vi lascerà mai, ricordatelo!
Cristo ha detto:
“Non vi lascerò mai né vi abbandonerò fino alla fine del mondo.”
— Ebrei 13:5
Il Maestro non lascia mai il discepolo. Egli è Dio in lui, come può? Siamo stati creati da Lui. Voi siete Dio in voi, siete un piccolo Dio. Il Maestro cerca di evidenziare in voi il Dio in lui facendovi scrupolosamente attenere a ciò che lui dice e chiedendovi di imitare la sua vita. Queste sono le cose principali da capire e alle quali attenersi.

